mercoledì 22 giugno 2011

Varato il piano Giuseppe Rossi: 30 milioni da ammortizzare con Pandev

La speranza è che il Barcellona possa acquistare Sanchez. I nerazzurri poi muoverebbero i primi passi verso l'ex Manchester United

Fonte: Gazzetta dello Sport
© foto di Giacomo Morini

Come detto in precedenti aggiornamenti, Giuseppe Rossi, secondo quanto riporta La Gazzetta dello Sport, attende solo un segnale dall’Inter. Il suo nome, con grande probabilità, è venuto fuori durante il summit che il presidente Massimo Moratti ha avuto ieri sera intorno alle 20 con i dirigenti Branca e Ausilio. Un summit che, a detta dello stesso presidente, era incentrato sul mercato, sulla campagna acquisti e cessioni (non solo sull’allenatore, dunque) perché il mercato va avanti e l’Inter non deve restare indietro, nonostante la casella allenatore sia vuota. Chissà se l’alta dirigenza nerazzurra avrà posto Giuseppe Rossi come obiettivo numero uno. Nonostante le parole dell’agente Federico Pastorello, che lo vorrebbe vedere con la casacca del Barcellona, l’Inter resta vigile, soprattutto nel caso Alexis Sanchez si trasferisse a Barcellona da Udine. Tale trasferimento potrebbe chiudere la strada del Camp Nou all’italo-americano.

C’è comunque da registrare l’interessamento del Manchester City, disposto a pagare una cifra importante per portarsi a casa il ragazzo cresciuto nel Manchester United. Chiaro che, qualora l’Inter scendesse in campo in maniera decisa, Rossi non direbbe di no al blasone dei nerazzurri, Campioni del Mondo e partecipanti alla prossima Champions League. Un fattore che fa pendere la bilancia dalla parte di Moratti nella sfida diretta con la Juventus, altra possibile antagonista nella corsa per arrivare aPepito. I bianconeri però, a differenza dell’Inter, possono mettere sul piatto una cifra cash molto più alta, ma è chiaro che la mancanza di coppe europee per i torinesi è un ostacolo importante. Se la Serie A sarà nel futuro di Rossi, come si augura il ct della Nazionale Prandelli, l’Inter sarebbe al primo posto.

Un’Inter che perciò vara il piano per portarlo a casa, magari mettendo nell’operazione una contropartita tecnica. Il contratto di Rossi con il Submarino Amarillo è un contratto importante, con una clausola rescissoria di 50 milioni di euro comunque trattabile. L’Inter, secondo la Rosea, vorrebbe inserire nella trattativa Goran Pandev, valutato tra gli 8 e il 10 milioni, più una cifra cash di 20 milioni di euro. Il tutto sarebbe facilitato dall’approdo di Sanchez a Barcellona. Se il trasferimento spagnolo del cileno non avvenisse, i catalani potrebbe virare sullo stesso Rossi, diventando perciò i più seri candidati al suo acquisto. In ogni caso l’Inter aspetta per poi muovere i primi importanti passi verso il campione del New Jersey.

Grazie di tutto! Ci vediamo presto


Marco Materazzi, da lunedì, non è più un giocatore dell’Inter. 10 anni divisi tra sofferenze, lacrime amare, addii a un passo e poi di vittorie, tantissime vittorie, magliette di sfottò (per non parlare della maschera del Premier, nel post derby),che lo hanno reso un beniamino del pubblico, un totem per lo spogliatoio, un amico, un fratello maggiore con cui parlare, a cui chiedere consigli. Mourinho lo volle tenere fortemente, nonostante non gli potesse garantire la titolarità. Gli disse che gli serviva uno tosto per tenere a bada la testa calda Balotelli. Perfetto identikit del leccese. Marco, fiero scudiero (e scudo) nerazzurro, ha sempre fatto il bene della sua squadra. Ha sempre festeggiato con grande colore e simpatia (dei tifosi nerazzurri) vittorie meritatissime e attesissime, dopo anni a soffrire in una trincea, scavata su un campo di una battaglia già persa in partenza, a causa di ‘tutti sanno di chi si sta parlando’. Marco ha dato l’anima per la sua Inter, nonostante, arrivato sempre alla fine della corsa, vedeva il traguardo allontanarsi sempre di più e il podio che gli veniva tolto dai piedi.

Nel 2001 diventa da subito uno dei prediletti del popolo nerazzurro. Guida la difesa di Cuper da leader. Un’Inter sfortunata quella del tecnico argentino, che sbatte contro uno scoglio chiamato 5 maggio. La rabbia, la delusione e il senso di impotenza vengono rispecchiati tutti nelle parole, sussurrate in un singhiozzo ‘Vi ho fatto vincere uno scudetto’, riferito ai giocatori della Lazio, che nel 2000 vennero premiati dal Perugia di Marco che batté la Juve e portò lo scudetto nella Roma biancoceleste. Marco è così: prendere o lasciare. Noi lo abbiamo preso al volo. Marco incarna lo spirito battagliero dell’Inter, il tifoso che scende in campo col pensiero di voler essere partecipe e fare il bene della squadra che ama. E’ un tipo che ama gli eccessi, anche fisici. Vigliacchi sono infatti coloro che lo hanno apostrofato come un ‘macellaio’, un killer (qualche ‘Comico Nazional Popolare’ avrà colto). Marco è un omaccione di 193 centimetri per 90 chilogrammi di peso, chiaro che sia impacciato in certe movenze, non è certo da Raffaele Paganini. Ma lui non è un killer, un macellaio, è un uomo con quattro palle che si fa in quattro per la sua squadra.

Marco, come un’araba fenice, risorge dalle sue ceneri, anche dopo il fattaccio con Cirillo, del febbraio 2004. Marco paga, viene bersagliato, ma al suo rientro il pubblico lo apprezza ancora di più. Schietto, senza peli sulla lingua, correttissimo, un uomo forgiato dalla lunga gavetta, dalla Serie C a Marsala, sino al Mondiale di Germania che lo vede assoluto protagonista. Si toglie anche la soddisfazione di segnare due gol di platino contro Repubblica Ceca e Francia in finale, andando anche a realizzare il rigore nella serie, dopo i 120 minuti di gara. L’Italia festeggia, quella stessa Italia calcistica (vergognosa) che ogni domenica lo insulta e prende di mira la memoria di sua madre, quella madre che lo ha sollevato nello stacco che ha portato il pareggio la Nazionale nella partita prima citata, superando in elevazione quel Patrick Vieira. In quello stacco c’era la voglia di rivalsa di uomo nei confronti di un paese becero che lo prende di mira ogni domenica solo perché indossa i colori nerazzurri.

I colori nerazzurri, quelli stampati sul suo corpo, una seconda pelle. Quei colori che ha difeso e ha contribuito a portare sul tetto d’Italia, d’Europa e del Mondo, con tanto coraggio e fierezza, sempre contro tutti e contro tutti, contro coloro che lo hanno insultato e criticato, dandogli quella forza che lo ha reso uno degli invincibili nerazzurri. La critica lo caricava, lo fortificava e gli consentiva di dare sempre il massimo. E’ stato un onore, un piacere e soprattutto una fortuna averti avuto accanto per 10 anni. 10 anni passati all’estremo. E’ stato un onore sentire le tue parole confortanti e decise, vedere i tuoi scherzi e le tue magliette post vittoria (a parer mio ‘Nun è successo’, vince in scioltezza), risposta signorile a coloro che ti hanno pesantemente criticato. E’ stato un onore vederti portare fiero i nostri colori. Grazie Marco. Ci vediamo presto, siamo pronti a riabbracciarti, a darti tanto, convinti che tu ci darai il doppio se non il triplo! A presto guerriero invincibile, a presto compagno indispensabile, a presto fratello maggiore, a presto grande uomo!

martedì 21 giugno 2011

Moratti: "Con Gasperini nessun summit. Lui il favorito? Vedremo..."

All'uscita degli uffici Saras, il presidente Massimo Moratti ha nuovamente risposto alle domande dei giornalisti a proposito del futuro allenatore dell'Inter.

C'è il nome del prossimo allenatore dell'Inter?

"Aspettate, ve lo diremo noi".

È Gian Piero Gasperini il favorito?

"Dai per favore, i favoriti vedremo dopo".

Nemmeno oggi è la giornata giusta per chiudere il discorso-allenatori?